La “città della luce” oggi ci ha accecati.
Bianco, sole, occhi socchiusi, cappello di paglia e un tram sferragliante che ci ha portati a Belém con la sua torre, il monumento ai naviganti e il monastero dei Jerónimos, che a me fa pensare solo al capo Apache.
I profumi e gli odori arrivano dalle cucine dei ristoranti trasportati dal vento che, qui, sembra non fermarsi mai. Assaporo e faccio mie anche le più piccole suggestioni, intanto camminiamo, camminiamo, camminiamo…
Cattedrale, Castello, Miradouro da Graca e di Santa Luzia e poi giù in picchiata fino al cuore dell’Alfama per una cena vegetariana in questa terra dove carne e pesce spesso si fondono.
Il bacio della buona notte ce l’ha dato la Ginginha, ci ha lasciato sulle labbra il sapore delle ciliegie.
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